mercoledì 21 luglio 2010
CORRADI SEGRETARIO DELLA LEGANORD
-gazzetta di Parma-
Lega Nord: Corradi riconfermato segretario
Il popolo leghista ha sfidato l’ opprimente afa padana per celebrare il proprio congresso svoltosi ieri mattina nella sala civica di Ponte Taro che ha sancito l’elezione a segretario provinciale di Roberto Corradi, quarantatreenne, nativo di Felegara, avvocato libero professionista, riconfermato di recente in consiglio regionale con circa 6.000 preferenze e , da ieri, rieletto anche ai vertici del Carroccio parmense.
A fare gli onori di casa, l’onorevole Fabio Rainieri, non solo nella sua qualità di deputato, ma soprattutto di commissario provinciale, incarico assunto dall’esponente leghista alcuni mesi fa per consentire al segretario provinciale uscente, Roberto Corradi, di presentarsi per il rinnovo del consiglio regionale. Rainieri, nel ringraziare i presenti e coloro che hanno collaborato con lui in questo interregno, ha ricordato che, proprio di recente, la Lega ha visto nascere altre importanti realtà nel territorio come le sezioni di Noceto, Fornovo e Fontevivo-Fontanellato.
Altri dettagli e tutti i nomi del nuovo "parlamentino" del Carroccio sulla Gazzetta in edicola
TUTTI TAGLIANO, TRANNE ROMA
Capitale privilegiata e ingrata: è la sola città esentata dal Patto di stabilità, incassa 300 milioni l’anno per coprire i buchi ma quando il Paese “chiama”, si volta dall’altra parte.
La Lupa perde il pelo ma non il vizio. Già esentata dai vincoli del patto di stabilità che invece affliggono i sindaci di tutte le altre città italiane ed ormai assuefatta, tanto da considerarlo doveroso, a quell’“aiuti- no” da 300 milioni di euro - fino all’al- troieri erano 500! - con cui la periferia (settentrionale) dell’impero le consente di sopravvivere ai mostruosi debiti ac- cumulati, Roma ha ora deciso di auto- esentarsi dall’onere - qualcuno direbbe dal “dovere patrio” - di partecipare ai sacrifici necessari per salvare i conti pubblici dal crac. Con una votazione che più bipartisan non si può - 56 consiglieri favorevoli, zero contrari - il consiglio comunale dell’Urbe ha infatti bocciato, in blocco, tutti i tagli previsti nella bozza su Roma Capitale ela- borata dal Governo.
di Alessandro Montanari
da La Padania
La Lupa perde il pelo ma non il vizio. Già esentata dai vincoli del patto di stabilità che invece affliggono i sindaci di tutte le altre città italiane ed ormai assuefatta, tanto da considerarlo doveroso, a quell’“aiuti- no” da 300 milioni di euro - fino all’al- troieri erano 500! - con cui la periferia (settentrionale) dell’impero le consente di sopravvivere ai mostruosi debiti ac- cumulati, Roma ha ora deciso di auto- esentarsi dall’onere - qualcuno direbbe dal “dovere patrio” - di partecipare ai sacrifici necessari per salvare i conti pubblici dal crac. Con una votazione che più bipartisan non si può - 56 consiglieri favorevoli, zero contrari - il consiglio comunale dell’Urbe ha infatti bocciato, in blocco, tutti i tagli previsti nella bozza su Roma Capitale ela- borata dal Governo.
di Alessandro Montanari
da La Padania
giovedì 8 luglio 2010
Comuni ricicloni
In provincia Soragna è il paese più riciclone, con l'81% di raccolta differenziata. Questo risultato è tra i migliori anche in regione. La politica del porta a porta è stata adottata qualche anno fa in molti comuni del territorio, dopo qualche esitazione i cittadini di Soragna si sono "abituati" e ora il nostro comune è un esempio da seguire per tutti gli altri.
Ecco la proposta inerente all'argomento rifiuti, fatta da Paolo Grimoldi, deputato leghista e coordinatore dei giovani padani.
"Premiare i Comuni più attivi nel riciclo dei rifiuti, consentendo agli enti locali virtuosi di accedere a un fondo a cui attingere per abbassare le tasse e le tariffe sui rifiuti". E’ la proposta Paolo Grimoldi, coordinatore federale del movimento giovani padani e deputato della Lega Nord, sulla classifica di Legambiente dei Comuni più attivi nella raccolta differenziata. "La classifica dei Comuni ricicloni ci restituisce una fotografia certo non nuova -spiega Grimoldi - ma è giunto il momento che alle medaglie seguano i fatti: visto che le emergenze della Sicilia e di Napoli le abbiamo pagate tutti, il Governo aumenti i trasferimenti ai Comuni che gestiscono al meglio la raccolta rifiuti". Per l’esponente della Lega Nord "sarebbe segno di civiltà e meritocrazia consentire agli enti locali virtuosi di godere di un fondo ad hoc a cui attingere per abbassare le tasse e le tariffe sui rifiuti, premiando di fatto i cittadini. Un modo per invogliarli a fare ancora meglio".
Ecco la proposta inerente all'argomento rifiuti, fatta da Paolo Grimoldi, deputato leghista e coordinatore dei giovani padani.
"Premiare i Comuni più attivi nel riciclo dei rifiuti, consentendo agli enti locali virtuosi di accedere a un fondo a cui attingere per abbassare le tasse e le tariffe sui rifiuti". E’ la proposta Paolo Grimoldi, coordinatore federale del movimento giovani padani e deputato della Lega Nord, sulla classifica di Legambiente dei Comuni più attivi nella raccolta differenziata. "La classifica dei Comuni ricicloni ci restituisce una fotografia certo non nuova -spiega Grimoldi - ma è giunto il momento che alle medaglie seguano i fatti: visto che le emergenze della Sicilia e di Napoli le abbiamo pagate tutti, il Governo aumenti i trasferimenti ai Comuni che gestiscono al meglio la raccolta rifiuti". Per l’esponente della Lega Nord "sarebbe segno di civiltà e meritocrazia consentire agli enti locali virtuosi di godere di un fondo ad hoc a cui attingere per abbassare le tasse e le tariffe sui rifiuti, premiando di fatto i cittadini. Un modo per invogliarli a fare ancora meglio".
Manovra e regioni
Un articolo tratto da "il sussidiario" che parla della manovra economica e della reazione delle regioni.
I governatori leghisti fino adesso non hanno fatto molto baccano, purtroppo la questione non viene spiegata ne dalle regioni ne dal premier. I cittadini "normali" gradirebbero sapere come stanno le cose, soprattutto perchè questo è l'inizio del federalismo e nel futuro ci dovrà essere molto diagolo con gli italiani, proprio perchè tutti capiscano perfettamente cosa sta succedendo e a cosa si va incontro.
Nel frattempo buona lettura LINK
Paolo
giovedì 1 luglio 2010
FEDERALISMO
Tremonti spiega perché il federalismo fiscale conviene, Bossi promette quello municipale
«L'evoluzione del sistema di finanza pubblica italiana si presenta come un albero storto». Lo ha detto il ministro dell'Economia Giulio Tremonti, illustrando in una conferenza stampa al termine del Consiglio dei ministri la relazione sul federalismo fiscale, approvata dal governo. Tremonti cita «due passaggi fondamentali: la quasi totale centralizzazione della finanza pubblica, fatta al principio degli anni '70 e il decentramento-federalismo introdotto tra il 1997 e il 2001». Poi rileva che «è così che l'albero è cresciuto storto».
«La finanza derivata - ha detto Tremonti - non sta in piedi. È basata sull'idea che l'Iva sia un bancomat. Non crediamo che corrisponda più a quello che serve al paese». Tremonti ha detto che è «fondamentale passare dal sistema dei costi standard che premiano gli inefficienti a un sistema di fabbisogni definiti in termini oggettivi senza penalizzare nessuno. Lo standard deve essere ricostruito in base alle pratiche migliori».
Non è il federalismo fiscale a costare ma, al contrario, costerebbe non farlo, si legge nella relazione sul federalismo fiscale. «Un errore piuttosto diffuso consiste nell'assumere che il federalismo fiscale abbia un costo», si spiega, «in realtà è l'opposto. Il costo ci sarebbe infatti non riformando con il federalismo fiscale, ma all'opposto conservando l'assetto attuale».
«Sulle regioni non siamo ancora pronti per dire cosa diamo loro» in termini di finanza locale», ha detto Tremonti. «A luglio lo sapremo e quindi faremo molto presto anche il federalismo regionale- aggiunge- siamo invece molto avanzati a livello municipale». Tremonti ha spiegato che il federalismo dà «poteri fiscali statali ai territori. Pensiamo di ritirare i 15 miliardi che i comuni richiedono come finanziamenti, ma di dare loro 15 miliardi di titoli di finanziamento proprio».
Il Senatur ha spiegato che dopo il federalismo demaniale il prossimo passo sarà il «federalismo municipale», che assegna ai Comuni le tasse sugli immobili, introducento il principio di responsabilità. Il debito pubblico, dice il leader del Carroccio, è causato dal fatto che «chi spende non ha la responsabilità di trovare i soldi che in qualche caso butta via». Il federalismo fiscale dunque «serve per cambiare dalla finanza derivata dove lo Stato incassa tutte le tasse e paga a piè di lista i livelli istituzionali che spendono. Manca la responsabilità: chi spende, no deve procurarsi i soldi che spende, che in qualche caso butta via».
«Il federalismo municipale è passo importante, si tratta di dare ai Comuni, per adesso perché poi toccherà anche a Regioni e Province, un processo di finanza propria che si basa sul fatto che i Comuni avranno tutte le tasse che riguardano gli immobili: sono tante tasse che però i Comuni potrebbero anche semplificare per favorire i contribuenti in un'unica tassa. Ma sarà una decisione loro. Noi ci limitiamo per adesso a indirizzare i Comuni». Bossi ha presieduto una parte del cdm, dopo una breve presidenza da parte del ministro Altero Matteoli. Accanto a lui i ministri Giulio Tremonti e Roberto Calderoli.
Tremonti dice sì alla finanza muncipale ma «ci spiace deludere, la prima casa resterà esente da ogni imposta. Mentre c'é la base per fare la cedolare secca sugli affitti che é nel nostro programma elettorale e qui finalmente c'é lo spazio per metterla dentro».
«Il federalismo fiscale è in grado di unire e di dare garanzia di diritti civili e sociali pari su tutto il territorio», ha detto Roberto Calderoli, ministro della Semplificazione. Pa rlando del federalismo fiscale ha sottolineato che si tratta di una riforma che «fa risparmiare».
E l'assenza del ministro Brancher? «Il ministro del federalismo è Umberto Bossi», ha risposto il titolare dell'Economia a un cronista che chiedeva come mai nel giorno del federalismo, a presentarlo non ci sia il neo nominato ministro Aldo Brancher.
Tratto da Ilsole24.com
«L'evoluzione del sistema di finanza pubblica italiana si presenta come un albero storto». Lo ha detto il ministro dell'Economia Giulio Tremonti, illustrando in una conferenza stampa al termine del Consiglio dei ministri la relazione sul federalismo fiscale, approvata dal governo. Tremonti cita «due passaggi fondamentali: la quasi totale centralizzazione della finanza pubblica, fatta al principio degli anni '70 e il decentramento-federalismo introdotto tra il 1997 e il 2001». Poi rileva che «è così che l'albero è cresciuto storto».
«La finanza derivata - ha detto Tremonti - non sta in piedi. È basata sull'idea che l'Iva sia un bancomat. Non crediamo che corrisponda più a quello che serve al paese». Tremonti ha detto che è «fondamentale passare dal sistema dei costi standard che premiano gli inefficienti a un sistema di fabbisogni definiti in termini oggettivi senza penalizzare nessuno. Lo standard deve essere ricostruito in base alle pratiche migliori».
Non è il federalismo fiscale a costare ma, al contrario, costerebbe non farlo, si legge nella relazione sul federalismo fiscale. «Un errore piuttosto diffuso consiste nell'assumere che il federalismo fiscale abbia un costo», si spiega, «in realtà è l'opposto. Il costo ci sarebbe infatti non riformando con il federalismo fiscale, ma all'opposto conservando l'assetto attuale».
«Sulle regioni non siamo ancora pronti per dire cosa diamo loro» in termini di finanza locale», ha detto Tremonti. «A luglio lo sapremo e quindi faremo molto presto anche il federalismo regionale- aggiunge- siamo invece molto avanzati a livello municipale». Tremonti ha spiegato che il federalismo dà «poteri fiscali statali ai territori. Pensiamo di ritirare i 15 miliardi che i comuni richiedono come finanziamenti, ma di dare loro 15 miliardi di titoli di finanziamento proprio».
Il Senatur ha spiegato che dopo il federalismo demaniale il prossimo passo sarà il «federalismo municipale», che assegna ai Comuni le tasse sugli immobili, introducento il principio di responsabilità. Il debito pubblico, dice il leader del Carroccio, è causato dal fatto che «chi spende non ha la responsabilità di trovare i soldi che in qualche caso butta via». Il federalismo fiscale dunque «serve per cambiare dalla finanza derivata dove lo Stato incassa tutte le tasse e paga a piè di lista i livelli istituzionali che spendono. Manca la responsabilità: chi spende, no deve procurarsi i soldi che spende, che in qualche caso butta via».
«Il federalismo municipale è passo importante, si tratta di dare ai Comuni, per adesso perché poi toccherà anche a Regioni e Province, un processo di finanza propria che si basa sul fatto che i Comuni avranno tutte le tasse che riguardano gli immobili: sono tante tasse che però i Comuni potrebbero anche semplificare per favorire i contribuenti in un'unica tassa. Ma sarà una decisione loro. Noi ci limitiamo per adesso a indirizzare i Comuni». Bossi ha presieduto una parte del cdm, dopo una breve presidenza da parte del ministro Altero Matteoli. Accanto a lui i ministri Giulio Tremonti e Roberto Calderoli.
Tremonti dice sì alla finanza muncipale ma «ci spiace deludere, la prima casa resterà esente da ogni imposta. Mentre c'é la base per fare la cedolare secca sugli affitti che é nel nostro programma elettorale e qui finalmente c'é lo spazio per metterla dentro».
«Il federalismo fiscale è in grado di unire e di dare garanzia di diritti civili e sociali pari su tutto il territorio», ha detto Roberto Calderoli, ministro della Semplificazione. Pa rlando del federalismo fiscale ha sottolineato che si tratta di una riforma che «fa risparmiare».
E l'assenza del ministro Brancher? «Il ministro del federalismo è Umberto Bossi», ha risposto il titolare dell'Economia a un cronista che chiedeva come mai nel giorno del federalismo, a presentarlo non ci sia il neo nominato ministro Aldo Brancher.
Tratto da Ilsole24.com
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