Capitale privilegiata e ingrata: è la sola città esentata dal Patto di stabilità, incassa 300 milioni l’anno per coprire i buchi ma quando il Paese “chiama”, si volta dall’altra parte.
La Lupa perde il pelo ma non il vizio. Già esentata dai vincoli del patto di stabilità che invece affliggono i sindaci di tutte le altre città italiane ed ormai assuefatta, tanto da considerarlo doveroso, a quell’“aiuti- no” da 300 milioni di euro - fino all’al- troieri erano 500! - con cui la periferia (settentrionale) dell’impero le consente di sopravvivere ai mostruosi debiti ac- cumulati, Roma ha ora deciso di auto- esentarsi dall’onere - qualcuno direbbe dal “dovere patrio” - di partecipare ai sacrifici necessari per salvare i conti pubblici dal crac. Con una votazione che più bipartisan non si può - 56 consiglieri favorevoli, zero contrari - il consiglio comunale dell’Urbe ha infatti bocciato, in blocco, tutti i tagli previsti nella bozza su Roma Capitale ela- borata dal Governo.
di Alessandro Montanari
da La Padania
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