sabato 26 marzo 2011

Al consiglio col panino


Ancora una volta mi appoggio a Libero (bentornato Feltri) per fare una riflessione.
Il fatto: un gruppo di studenti, in visita ad alcuni consigli istituzionali del Veneto, raccontano di battaglie navali, barchette di carta, barzellette sporche ecc ecc..

Si potrebbe definire una cosa scandalosa, ma forse bisogna chiedersi dove sta lo scandalo e qual'è la realtà.

La realtà è che in un consiglio regionale un folto gruppo di persone è riunito per discutere e risolvere i problemi della propria regione. Interpellanze, mozioni, interrogazioni, delibere, proposte di legge ecc ecc.. sono tutti "atti" con i quali un consiglio si può esprimere, ma di fatto cosa succede nella sala di comando per eccellenza?
- Si parla uno per volta, e solo dopo il consenso del presidente.
- Si usano frasi fatte, formule già provate e adatte a qualsiasi evenienza: "Non concordo col cons. Tizio per quanto concerne la politica di affidamento del … " "Sono favorevole ad un confronto con le parti (??) … " " Noi del partito delle banane sosteniamo, ribadiamo, interroghiamo, confidiamo (??), riteniamo, auspichiamo (speriamo??) ….
- Si vota, si vota per qualsiasi cosa, anche per le dimensione delle fessure dei tombini di località Chiavica. E ogni votazione ha una prassi ben precisa, e ogni gruppo dice due parole sul perché ha votato si o no o x, e si discute sul fatto che Tizio auspicava sul voto di Caio, e si ragiona sul perché i tombini oltre ad avere fessure larghe perché sono verdi e non rosa…

Tornando al primo punto (parla uno solo), è comprensibile che una simile prassi rende un consiglio di qualsiasi tipo un evento noioso. Questo non giustifica le barchette di carta, però è comprensibile che chiunque, seduto su una sedia, mentre ascolta i suoi colleghi parlare ( IL 90% DI QUELLO CHE VIENE DETTO IN UN CONSIGLIO E' GIA' CONOSCIUTO, E' GIA' STATO COMUNICATO) per un'ora senza fiatare, magari si annoia e sbadiglia o cerca altri svaghi.

I metodi per "limare" tutto questo sistema esistono certamente, che bisogno c'è di chiudersi dentro una stanza per votare una legge che dopo un minuto verrà resa pubblica? E soprattutto che bisogno c'è di riunire venti o trenta persone quando si sa già che parleranno e risponderanno solo alcune? E' un po' da ipocriti pensare che "la forma" sia importante come la sostanza di quello che viene fatto nelle assemblee.

I ragazzi che hanno visitato i consigli ne sono rimasti delusi. Hanno ragione ma non se la devono prendere col politico di turno, è la prassi. I politici, soprattutto quelli di alcune aree politiche, vengono considerati degli aristocratici, e si sa, gli aristocratici tengono molto alle loro "forme", alle cravatte, alle belle parole, ai saluti cordiali ecc ecc… L'unica cosa che possono fare questi ragazzi è impegnarsi e provare a cambiare tutto questo, bisognerebbe però cominciare a parlare con i politici, tutti, e non come se fossero più bravi o più ladri di noi, ma come se fossero semplicemente uguali a noi, anche se questo può risultare difficile e soprattutto scomodo.

Paolo

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