venerdì 25 novembre 2011

Scantacojon



Scantacojon è un termine dialettale che si riferisce al rapporto che c'è tra un tipo poco sveglio e un evento che, teoricamente, dovrebbe "scantarlo" un pochettino di più. In campagna tirarsi le martellate sulle dita, lasciare le mani sotto dei bancali, scivolare da una scala bagnata. Tutte cose "scantacojon" che per bene o per forza insegnano qualcosa di nuovo, con conseguenze anche meno ironiche di quanto non suggerisca la parola.

La situazione che si sta creando in Italia sarà un classico esempio di questo termine. Riassumo e poi spiego: Monti è stato fortemente voluto dal Capo dello Stato, sior Napolitano, perché è venuta meno la fiducia da parte dei deputati nei confronti del governo Berlusconi. Formalmente il governo non è mai stato sfiduciato, nessuno se l'è sentita di mandare a casa l'unico premier che ha messo, nonstante tutto, i paletti per cominciare quella grande svolta che tutti si augurano ma che nessuno ha le palle di fare.
Il pareggio di bilancio, i primi decreti del Federalismo (è già, perché nessuno lo dice, ma quelli ci sono, il fatto che nessuno ne parla è perché sono stati mantenuti "soft" per non fare affondare il sud, chi è bravo si ricorda che fino a poco tempo fa tutti erano pro-federalismo, poi al momento del voto mica ce la mettevano la faccia), la questione Alitalia, la questione Fiat (perché un governicchio di cravattati sorridenti qualunque avrebbe sponsorizzato la Fiat ancora una volta pur di tenersi i voti Fiom), il rigore nei conti pubblici: nessun dipendente pubblico è stato licenziato in Italia, le opere pubbliche tipo Tav hanno comunque mantenuto il percorso stabilito nonostante le difficoltà. E tanto altro ancora… Certo che molto c'era da fare, e non è stato fatto ma non è vero che è tutto da buttare.

E poi c'è la situazione Europa: Francia e Germania hanno preso in mano l'europotere, nessuno si può opporre a loro, tranne l'Italia.
Questo è un passaggio che i più fini affermavano già da tempo ma che i meno fini, come me, ci mettono un po' di più a capire.
Il trio industriale Francia Germania Italia rappresenta un eccellenza senza pari nel mercato mondiale. E' molto difficile conciliare una potenza di fuoco (si fa per dire) così grande mantenendo un livello di benessere così alto. Gli stati ricchi non sono ricchi, di solito, perchè lavorano, ma perché estraggono i soldi da chissà quale buco. Gli Emirati Arabi dalla terra, i Cinesi dal sangue del suo miliardo e tre, gli Stati Uniti dalla definizione di "maneggioni del pianeta terra" che si sono creati dalle guerre in poi e dal monopolio informatico gestito da bravi fratelli insieme al Giappone. L'economia italiana è però molto diversa da quella dei suoi antagonisti: noi siamo italiani, capaci di scoperte impossibili ma persi in bicchieri d'acqua assurdi. Non è un caso che Francia e Germania ci odino così tanto. Noi siamo la parte più imprevedibile, e meno gestibile, di tutta l'Europa, nel bene e nel male; noi non sottostiamo a regole, per questo ci vogliono far fuori, e per questo non ci sono mai riusciti.

Hanno messo Monti perché lui conosce bene certi ambienti, ha le palle così per intenderci. Merkel e Sarkozy sanno che si muove come un europeo, non come un italiano, e quindi si adatterà. Adesso i nostri compagni esteri di viaggio elogiano questo governo, perché sanno benissimo che la forza italiana è necessaria per venirne fuori da questo brutto momento, altrimenti perché accordarsi con Napolitano per un Premier che a loro non piace, meglio un pragmatico Monti che un folletto Berlusconi.

Ma fanno i conti senza l'oste. Senza i due osti, per essere precisi.
Il primo, la politica tutta italiana. Dal foglietto di Letta alle belle figliole del parlamento, questa gente considera la politica imprenditoria pura: guadagno, guadagno e ancora guadagno. La politica italiana si muove così, tasse e tangenti in Italia sono solo due voci di bilancio con lo stesso peso. Purtroppo è così, la verità è che spesso e volentieri con la tangente arrivi dove le tasse non possono nemmeno addentrarsi: in Italia non esiste una ditta pienamente in regola, perché qui le regole esistono certo, ma sono pienamente interpretabili e sovrapponibili, lasciandone immaginare il risultato. Poi il fu Padoa-Schioppa mi dice che le tasse sono bellissime, tenetevi stretti perchè io sono d'accordo, ma per adesso equivalgono a tangenti. Tu paghi e poi fai. Io non ti chiedo dove prendi i soldi e tu non chiedermi dove li metto.
Secondo, l'italiano medio. L'italiano medio è una figura poco cosmopolita, una formica. Non è vero che il debito pubblico ce l'hanno in mano gli italiani, gli italiani ne hanno circa la metà, anzi un po' meno, circa il 45%. Sempre meglio ovviamente dei nostri concorrenti stranieri (sarebbe bello fare un analisi che riguardi questo argomento perché si scoprono strette di mano, e di palle, a volte veramente sorprendenti). Ma non è questa la forza dell'Italia, da anni si sente dire che l'italiano vive al di sopra delle proprie possibilità ma…. l'italiano è un gran risparmiatore. Queste due affermazioni non possono proprio essere vere entrambi, soprattutto se lette da gente quandrata come possono esserlo francesi e tedeschi. Eppure è la realtà. L'Italia è la patria del di più: moda, telefoni, macchine, vacanze, cibo, ecc ecc… Ma è anche la patria del mattone di proprietà (65-70%) e della scorticina in banca. In più, da tutto questo ne esce orgogliosa (soprattutto al nord) una classe di piccoli imprenditori che sbarcano il lunario anche se la logica matematica dell'economia mondiale direbbe il contrario. Gli artigiani, le piccole fabbriche, i commercianti, fanno tutti fatica adesso ma comunque sopravvivono. In barba alle cavolate e agli inciuci che i politici non si risparmiano.

Questa piccola divagazione dovrebbe inquadrare la potenza della cultura italica. Siamo messi come Francia e Germania, un po' peggio è vero, ma perché loro si sono alleati contro di noi. Il Monti è la prova, gli altri stati tifavano per Berlusconi perché sono stufi del duo delle meraviglie, e piano piano stanno saltando fuori. E' una battaglia politica, non economica. A chi andrà la vittoria di questa battaglia non è ancora dato di sapere. Chi fa l'Italia, chi lavora e che è concetrato tra le nebbie del po, sta venendo soffocato tra le teorie economiche straniere e la capitale. I numeri lo hanno dimostrato per anni e la risoluzione si fa sempre più vicina, non bisognerà attendere molto per vedere chi la spunta.

Tornando al titolo: Monti in tutto questo marasma con il quale si è costretti a fare i conti non riesce nemmeno a capire da che parte è girato. E' un duro si, ed è anche bravo. Ha ragione a dire che i poteri forti in Italia non ci sono, ma non vuol dire che non influiscano dal di fuori. Piano piano si sta accorgendo che il defunto governo così male non era, sarebbe stato più facile annunciare cambiamenti epocali se quelli possibili non fossero effettivamente già messi in atto. I fini direbbero che Monti deve raddrizzare la barra della nave, ma Monti si è già accorto che la barra difficilmente può essere drizzata più di così, sicuramente non da un governo tecnico sostenuto da partiti che fino a ieri erano cane e gatto. Il lavoro sporco è stato cominciato da chi c'era prima (Tremonti è stato fatto fuori per questo) e adesso chi glielo dice ai cugini quadrati? Scantacojon appunto.

Qui non c'è bisogno di tecnocrazie o cose simili, qui c'è bisogno che la ricchezza venga restituita a chi la produce, che le regole vengano fatte sulla base del livello di benessere più avanzato e che vengano fatte rispettare, c'è bisogno di proteggere e di evolvere questo nostro essere italici perché rimane comunque la nostra prima virtù oltre che il nostro primo difetto.
Non mi stupiscono le misure annunciate da Monti perché la maggior parte era già in atto, mi stupirò quando in Italia verranno più turisti, quando smetteranno di costruire case e quando tutti gli italiani avranno conoscenza "parlata e scritta" della nostra lingua.

Personalmente
Paolo

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