Faccio i miei complimenti a Corrado per la carica di segretario della nostra sezione, in questi due anni siamo riusciti a tenere uniti il gruppo nonostante le vicende riguardanti il nostro movimento che hanno allontanato molte persone dalle nostre idee. Adesso sono convinto che la Lega può ripartire alla grande e a Soragna sono sicuro che il nostro nuovo segretario saprà dare seguito a questa ripartenza.
Colgo l'occasione per fare una riflessione riguardante non tanto la politica e le idee dalle quali essa nasce, ma piuttosto le persone, i cittadini e gli italiani.
In questi giorni l'argomento principe dei giornali è l'appello fatto da Napolitano a favore di amnistia e indulto, a favore dello svuotamento delle carceri e della messa in libertà di migliaia di persone che hanno "tolto" benessere alla società; una cosa raccapricciante ovviamente, invece di costruire nuove carceri o di impedire sul nascere certi reati semplicemente si svuotano, permettendo di fatto che i reati minori non diventino reati ma soltanto "incidenti di percorso" per i criminali (qualche inconcludente ora nella caserma e un pusher potrà tornare davanti alle scuole a fare quello che faceva il giorno prima, tanto per intenderci).
Gli italiani sono tutti indignati davanti a questa prospettiva, ma questa indignazione non da l'aria di essere molto combattiva, anzi, da l'aria di essere complice di questi stravolgimenti del concetto di benessere di cui tutti si riempono la bocca; basta chiaccherare un po' con la gente e porgere alcune domande: "sei favorevole all'indulto?" - "assolutamente no, quei bastardi dei politici ci mollano tutta la feccia in giro per le strade, tanto loro hanno le guardie del corpo e le case in quartieri per bene, grazie ai nostri soldi …. " - "Allora vieni a firmare una proposta di legge per bocciare quest'indulto??" - "No io di quelle cose li non ne voglio sapere, sono tutti uguali e non cambia niente.."
Questo è il dialogo tipo quando proponi alla gente un'alternativa al "non far nulla subendo cio che ti viene imposto dall'alto".
Situazioni come queste si ripetono ogni giorno in ogni strada, in questi anni di attività politica ho cercato di capire la gente, lasciandomi spiegare le loro convinzioni, a volte campate per aria, e ho cercato anche di ascoltare non solo l'ambito politico ma anche l'ambito sociale e umano.
Il risultato di questo ascolto mi ha portato a credere che una frase (mi rifiuto di citarne l'autore) sia molto meno campata per aria di quello che si pensa:
- Gli italiani non sono meglio di noi politici -
Non è necessario ascoltare gli insulti da bar che ogni politico che si rispetti prende regolarmente, basta guardare quello che le persone fanno guardando al sodo, alla condotta di vita di ciascuno.
C'è chi si lamenta che i giovani non lavorano, poi sono gli stessi che senza dire niente a nessuno permettono ai figli di frequentare l'università per anni senza mai riuscire a prendere una laurea.
C'è chi ce l'ha a morte con chi non rispetta le regole, poi scopri che magari sta facendo una crociata contro un vigile che gli ha dato la multa perché non si era messo la cintura.
C'è perfino chi vorrebbe fare la rivoluzione perché fa fatica ad arrivare a fine mese ma guai a farsi mancare il nuovo Iphone da 700 euro o le vacanze in Mar Rosso.
Questi sono esempi tangibili, non teorie filosofiche ma argomenti che si possono appurare anche col vicino di casa.
Ogni italiano si aspetta dal mondo politico una condotta di vita perfetta, senza torti verso la società e con uno spiccato senso del giusto (del giusto per ognuno di noi, non per gli altri).
A chi anche solo una volta ha pensato che il politico, in quanto tale, deve essere superiore alla massa io rispondo che se fosse davvero cosi pagherebbero l'università dei figli fuori corso almeno dieci volte tanto; non ci sarebbe nemmeno un segnale ad indicare gli autovelox; si vedrebbero ragazzi italiani di vent'anni raccogliere l'immondizia con i mezzi di iren, non ci sarebbero ruderi pericolanti sparsi per tutte le campagne e ai genitori non sarebbe nemmeno permesso entrare nelle scuole per giudicare, e disturbare, il lavoro degli insegnanti.
Se davvero gli italiani si aspettano che la politica sia meglio di loro, io, da italiano, mi aspetto che ogni mio connazionale conosca a fondo la democrazia, conosca a fondo il concetto di legge e di regola, conosca a fondo il rispetto per la società della quale fanno parte sia i delinquenti che i propri amici e vicini di casa.
Se i cittadini non dimostrano di conoscere questi concetti di base è inevitabile che la politica ( che nella democrazia deriva proprio da loro ), sia portata ad agire di conseguenza comportandosi nello stesso modo.
Paolo