venerdì 25 novembre 2011
Scantacojon
Scantacojon è un termine dialettale che si riferisce al rapporto che c'è tra un tipo poco sveglio e un evento che, teoricamente, dovrebbe "scantarlo" un pochettino di più. In campagna tirarsi le martellate sulle dita, lasciare le mani sotto dei bancali, scivolare da una scala bagnata. Tutte cose "scantacojon" che per bene o per forza insegnano qualcosa di nuovo, con conseguenze anche meno ironiche di quanto non suggerisca la parola.
La situazione che si sta creando in Italia sarà un classico esempio di questo termine. Riassumo e poi spiego: Monti è stato fortemente voluto dal Capo dello Stato, sior Napolitano, perché è venuta meno la fiducia da parte dei deputati nei confronti del governo Berlusconi. Formalmente il governo non è mai stato sfiduciato, nessuno se l'è sentita di mandare a casa l'unico premier che ha messo, nonstante tutto, i paletti per cominciare quella grande svolta che tutti si augurano ma che nessuno ha le palle di fare.
Il pareggio di bilancio, i primi decreti del Federalismo (è già, perché nessuno lo dice, ma quelli ci sono, il fatto che nessuno ne parla è perché sono stati mantenuti "soft" per non fare affondare il sud, chi è bravo si ricorda che fino a poco tempo fa tutti erano pro-federalismo, poi al momento del voto mica ce la mettevano la faccia), la questione Alitalia, la questione Fiat (perché un governicchio di cravattati sorridenti qualunque avrebbe sponsorizzato la Fiat ancora una volta pur di tenersi i voti Fiom), il rigore nei conti pubblici: nessun dipendente pubblico è stato licenziato in Italia, le opere pubbliche tipo Tav hanno comunque mantenuto il percorso stabilito nonostante le difficoltà. E tanto altro ancora… Certo che molto c'era da fare, e non è stato fatto ma non è vero che è tutto da buttare.
E poi c'è la situazione Europa: Francia e Germania hanno preso in mano l'europotere, nessuno si può opporre a loro, tranne l'Italia.
Questo è un passaggio che i più fini affermavano già da tempo ma che i meno fini, come me, ci mettono un po' di più a capire.
Il trio industriale Francia Germania Italia rappresenta un eccellenza senza pari nel mercato mondiale. E' molto difficile conciliare una potenza di fuoco (si fa per dire) così grande mantenendo un livello di benessere così alto. Gli stati ricchi non sono ricchi, di solito, perchè lavorano, ma perché estraggono i soldi da chissà quale buco. Gli Emirati Arabi dalla terra, i Cinesi dal sangue del suo miliardo e tre, gli Stati Uniti dalla definizione di "maneggioni del pianeta terra" che si sono creati dalle guerre in poi e dal monopolio informatico gestito da bravi fratelli insieme al Giappone. L'economia italiana è però molto diversa da quella dei suoi antagonisti: noi siamo italiani, capaci di scoperte impossibili ma persi in bicchieri d'acqua assurdi. Non è un caso che Francia e Germania ci odino così tanto. Noi siamo la parte più imprevedibile, e meno gestibile, di tutta l'Europa, nel bene e nel male; noi non sottostiamo a regole, per questo ci vogliono far fuori, e per questo non ci sono mai riusciti.
Hanno messo Monti perché lui conosce bene certi ambienti, ha le palle così per intenderci. Merkel e Sarkozy sanno che si muove come un europeo, non come un italiano, e quindi si adatterà. Adesso i nostri compagni esteri di viaggio elogiano questo governo, perché sanno benissimo che la forza italiana è necessaria per venirne fuori da questo brutto momento, altrimenti perché accordarsi con Napolitano per un Premier che a loro non piace, meglio un pragmatico Monti che un folletto Berlusconi.
Ma fanno i conti senza l'oste. Senza i due osti, per essere precisi.
Il primo, la politica tutta italiana. Dal foglietto di Letta alle belle figliole del parlamento, questa gente considera la politica imprenditoria pura: guadagno, guadagno e ancora guadagno. La politica italiana si muove così, tasse e tangenti in Italia sono solo due voci di bilancio con lo stesso peso. Purtroppo è così, la verità è che spesso e volentieri con la tangente arrivi dove le tasse non possono nemmeno addentrarsi: in Italia non esiste una ditta pienamente in regola, perché qui le regole esistono certo, ma sono pienamente interpretabili e sovrapponibili, lasciandone immaginare il risultato. Poi il fu Padoa-Schioppa mi dice che le tasse sono bellissime, tenetevi stretti perchè io sono d'accordo, ma per adesso equivalgono a tangenti. Tu paghi e poi fai. Io non ti chiedo dove prendi i soldi e tu non chiedermi dove li metto.
Secondo, l'italiano medio. L'italiano medio è una figura poco cosmopolita, una formica. Non è vero che il debito pubblico ce l'hanno in mano gli italiani, gli italiani ne hanno circa la metà, anzi un po' meno, circa il 45%. Sempre meglio ovviamente dei nostri concorrenti stranieri (sarebbe bello fare un analisi che riguardi questo argomento perché si scoprono strette di mano, e di palle, a volte veramente sorprendenti). Ma non è questa la forza dell'Italia, da anni si sente dire che l'italiano vive al di sopra delle proprie possibilità ma…. l'italiano è un gran risparmiatore. Queste due affermazioni non possono proprio essere vere entrambi, soprattutto se lette da gente quandrata come possono esserlo francesi e tedeschi. Eppure è la realtà. L'Italia è la patria del di più: moda, telefoni, macchine, vacanze, cibo, ecc ecc… Ma è anche la patria del mattone di proprietà (65-70%) e della scorticina in banca. In più, da tutto questo ne esce orgogliosa (soprattutto al nord) una classe di piccoli imprenditori che sbarcano il lunario anche se la logica matematica dell'economia mondiale direbbe il contrario. Gli artigiani, le piccole fabbriche, i commercianti, fanno tutti fatica adesso ma comunque sopravvivono. In barba alle cavolate e agli inciuci che i politici non si risparmiano.
Questa piccola divagazione dovrebbe inquadrare la potenza della cultura italica. Siamo messi come Francia e Germania, un po' peggio è vero, ma perché loro si sono alleati contro di noi. Il Monti è la prova, gli altri stati tifavano per Berlusconi perché sono stufi del duo delle meraviglie, e piano piano stanno saltando fuori. E' una battaglia politica, non economica. A chi andrà la vittoria di questa battaglia non è ancora dato di sapere. Chi fa l'Italia, chi lavora e che è concetrato tra le nebbie del po, sta venendo soffocato tra le teorie economiche straniere e la capitale. I numeri lo hanno dimostrato per anni e la risoluzione si fa sempre più vicina, non bisognerà attendere molto per vedere chi la spunta.
Tornando al titolo: Monti in tutto questo marasma con il quale si è costretti a fare i conti non riesce nemmeno a capire da che parte è girato. E' un duro si, ed è anche bravo. Ha ragione a dire che i poteri forti in Italia non ci sono, ma non vuol dire che non influiscano dal di fuori. Piano piano si sta accorgendo che il defunto governo così male non era, sarebbe stato più facile annunciare cambiamenti epocali se quelli possibili non fossero effettivamente già messi in atto. I fini direbbero che Monti deve raddrizzare la barra della nave, ma Monti si è già accorto che la barra difficilmente può essere drizzata più di così, sicuramente non da un governo tecnico sostenuto da partiti che fino a ieri erano cane e gatto. Il lavoro sporco è stato cominciato da chi c'era prima (Tremonti è stato fatto fuori per questo) e adesso chi glielo dice ai cugini quadrati? Scantacojon appunto.
Qui non c'è bisogno di tecnocrazie o cose simili, qui c'è bisogno che la ricchezza venga restituita a chi la produce, che le regole vengano fatte sulla base del livello di benessere più avanzato e che vengano fatte rispettare, c'è bisogno di proteggere e di evolvere questo nostro essere italici perché rimane comunque la nostra prima virtù oltre che il nostro primo difetto.
Non mi stupiscono le misure annunciate da Monti perché la maggior parte era già in atto, mi stupirò quando in Italia verranno più turisti, quando smetteranno di costruire case e quando tutti gli italiani avranno conoscenza "parlata e scritta" della nostra lingua.
Personalmente
Paolo
lunedì 14 novembre 2011
NOI SIAMO LA LEGANORD
La Lega rimarrà l'unica opposizione in parlamento.
La Leganord continua, dopo vent'anni, nell'intento di salvaguardare il Nord, le sue imprese, la sua gente. Dopo la crisi che sta colpendo il mondo intero tutti i partitucoli più o meno democristiani si piegano a quello che è il volere di banche e finanzieri. E' grazie, o meglio a causa, di queste flessioni, di queste debolezze che il Nord Italia, da potenza economica mondiale (leggersi qualche numero su qualche rivista economica a caso) viene adesso considerata il capro espiatorio di tutti i mali europei.
Da quando Monti ha ricevuto l'incarico da Napolitano tutti esultano, personalmente mi chiedo cosa ci sia da esultare se il Presidente della Repubblica non vede una classe dirigente in grado di gestire il nostro paese? Cosa c'è da esultare se la politica ha dimostrato di essere analfabeta e per questo viene commisariata da una persona che di politico ha ben poco? Cosa c'è da esultare se una serie di personaggi sono in politica da 20 anni e non sono riusciti a portare un minimo passo avanti per l'Italia che tanto si sono impegnati a elogiare e festeggiare?
Ci sono personaggi giovani in gamba, c'è Tosi, c'è Renzi, ce ne sono centinaia che hanno una voglia di matta di dimostrare cosa può fare l'Italia. Eppure i vecchi politicanti esultano perché grazie ad un governo tecnico viene data loro la possibilità di tirare avanti un altro po'.
Inoltre.. Tornerà l'Ici, torneranno tasse e accise per ripianare i debiti strutturali, che non si ripianano con le tasse ma modificando la struttura economica, questo Monti dovrebbe saperlo, o almeno speriamo. Le pensioni verranno toccate, non è tanto per gli anni in più di lavoro, ma per il fatto che l'80% dei soldi risparmiati circa, saranno presi dal Nord, ancora una volta dal Nord.
Insieme a Berlusconi la Lega è riuscita a partire col federalismo, nonostante tutto quello che si dice sulla carta stampata e nonostante, e qui devo dirlo, l'incapacità della Lega di comunicare in modo tecnico e inequivocabile. Calderoli è quasi riuscito nell'intento di metter tutti d'accordo, convincendo ogni ente, e ogni italiano, che è il federalismo lo strumento con il quale l'Italia può fare davvero un passo avanti. Ora molti dei passi fatti potranno venire cancellati in men che non si dica con decreti o leggi fatte appositamente.
Grazie a Maroni si è stabilito il record di arresti e di recuperi di denaro nei confronti delle organizzazioni mafiose. Si sono stabiliti accordi per gestire l'immigrazione clandestina, si è protetto il Made in Italy, di tutta l'Italia e non solo del Nord. E tanto altro ancora.
Certamente si poteva e si doveva fare di più. C'è chi dice che l'Italia è rimasta ferma durante la crisi: un po' è vero, ma in Italia non è stato licenziato un dipendente pubblico, non sono stati fatti mancare soldi e sostegno a nessuno, si è proceduto con infrastrutture importanti e si è fissato l'obiettivo del pareggio di bilancio.
Perché non chiedere a francesi e tedeschi, e alle loro banche quanto hanno fatto negli ultimi due anni? Loro mica ce l'hanno un sud africano e una casta politica straviziata, strapagata e soprattutto stranumerosa.
Ora è il momento di cominciare da capo. La Lega dopo 20 anni di gavetta si deve alzare in piedi, senza guardare troppo agli acciacchi e alle ferite, e continuare nel cammino che l'ha portata fin qui. Dalla sua c'è un progetto, c'è un'idea che si è rivelata giusta e alla quale, chi non aveva e non ha tutt'ora idee si è accodato. C'è bisogno di rinnovamento e c'è bisogno di tirar fuori i coglioni. L'italia non è fatta solo di furboni e di strafottenti, è fatta anche di gente che lavora e progredisce e che tutto il mondo ci invidia. Gente del Nord.
Paolo Borlenghi
lunedì 24 ottobre 2011
BLEC BLOC
Ma con cosa mangiano questi scarti se son tutto il giorno, 365 giorni all'anno, a far casini in giro per l'Italia.
Un indizio però lo diamo: centri sociali sono solo una parte, li si recluta la carne da macello. Gente che non ha niente da perdere, e nemmeno l'ambizione di guadagnare qualcosa; gente che è passata da qualche serata di sballo a dare la copa a tutto il mondo se l'extasi o qualche altra "chimica" gli ha bruciato il cervello e adesso si deve concentrare anche per scrivere il proprio nome.
Ma i bléc bloc non sono solo questo, c'è gente laureata, c'è gente precaria e c'è gente che non è niente ma che fa bella vita grazie a soldi non suoi. In giro per la rete ci sono molte interviste, anche di giornali autorevoli, che danno importanza a questo movimento.
Sentire uno che dice che si è preparato per mesi in Grecia, che è precario e che la guerra che sta combattendo non è sua ma l'hanno voluta gli altri, fa sorridere. Fa un po' meno sorridere quando dice che loro non si sono nascosti più di tanto, che tutti sapevano e sanno tutt'ora.
Inoltre, ti trovi commenti di poliziotti che non vogliono rischiare come a Genova.
I politici forse non lo sanno, ma il popolo, la massa, vede un branco di coglioni che devasta città in barba a un gruppo di poliziotti che non fa niente. C'è chi ha perso la macchina e c'è chi si deve comprare una vetrina nuova, e nessuna autorità che dice che la gente ha diritto a vivere tranquilla, costi quel che costi, tutti pronti a slogan e frasi fatte, nessuno che con parole sue dice come la pensa la gente comune.
Per fortuna la gente comune però una voce ce l'ha ancora: la gente dice che questi scarti bisogna fermarli, che non è normale che siano i carabinieri a prenderle, che bisogna legarli tutti e non mollarli più. E i politici quanto ci mettono a recepire?
Maroni ha detto BASTA, cambiamo le leggi e cominciamo a fare sul serio anche noi. E tutti a dargli addosso perché troppo cattivo. State attenti politicanti perché come diceva una volta Bossi: "la gente s'incazza" e manda voi in piazza con i manganelli a difendere le nostre vetrine e le nostre automobili.
Paolo
mercoledì 5 ottobre 2011
Wikipedia
Wiki non aver paura dell'Italia.
"La legge che temi ti faccia chiudere i battenti difficilmente ti toccherà all'atto pratico; mi sono cercato un po' di materiale ufficiale. Sembrerebbe proprio che vogliono mettere il nastro adesivo sul web, ma sappiamo benissimo che ciò è praticamente impossibile.
Entrando nei particolari: il comma che citi tu dice che se un soggetto pubblica materiale su internet potrebbe subire le critiche di qualcuno che si sente leso da questo materiale, e fin qui nulla di strano, la legge nuova prevede però che a ogni "critica" corrisponda una rettifica, attuabile in 48 ore.
Tu Wiki dici che chiunque potrà criticare i tuoi contenuti di fatto distruggendo il tuo operato, ma non è così. Perché mancano le specifiche che determinano se la persona che si sente offesa abbia ragione o meno.
Scavalco i particolari e entro nel volgare: se tu scrivi che a me puzzano i piedi, io prima di tutto me ne devo accorgere, poi devo fare presente agli organi preposti che ciò mi provoca danno, poi qualcuno dovrà seguire un procedimento per stabilire se il fatto mi provoca davvero danno, in poche parole se il reato sussiste davvero. E' questa la parte che manca nel comma che dici tu: si da per scontato che se uno si viene a lamentare tu gli devi dare la caramella, ma comunque ci vuole un meccanismo che permette di capire se ha ragione a lamentarsi o meno, col risultato di rendere ogni controversia un'odissea sia per chi pubblica che per chi viene leso. E' molto meglio usare da subito il buon senso e la cognizione, per essere sicuri di non fare c...e e di non rovinare o farsi rovinare la vita.
Tutto questo giro di parole non deve impedirti di continuare nella tuà attività che ti ha portato a essere uno dei portali più trafficati del mondo. Questa legge è stata per avere un'arma in più contro certi blogger o certi internauti che sputtanano a destra e a manca, senza alcun ritegno e senza nessun controllo. Ma questo non è il tuo caso, sono consapevole che i tuoi contenuti sono perfettamente modificabili in base a quella che sono le notizie reali. Se poi qualche vecchia rock star si arrabbia perché scrivi che non fa più acuti come una volta, bè metti on line le registrazioni dei concerti più recenti e vedrai che non ci saranno problemi.
Per concludere: le leggi che regolamentano internet e i suoi derivati sono troppo "tradizionali" per riuscire a tener sotto controllo la rete, quindi non ti preoccupare che tu sei l'ultimo dei problemi degli apparati legislativi, nessuno proverà a metterti il cosidetto bavaglio".
Paolo
venerdì 23 settembre 2011
Lavori Obbligatori
Rom e Lavori "Socialmente Utili"
Ovviamente in Italia, vuoi per per la celeberrima ignoranza cronica di alcuni, o per le radici spartite equamente tra chiesa e radical-chic, la cosa viene targata come: Razzismo, Nazzismo, Xenofobia, Romfobia.
Il particolare al quale si aggrapano i radi-cat-chic, è che l'esperimento è rivolto, per ora, ai soli appartenenti di un etnia Rom.
L'esperimento, già in atto da qualche mese (dopo la visita del premier cinese, dato non da sottovalutare) prendere il via in modo serio in ottobre e coinvolgerà circa trecentomila persone.
Va precisato che queste sono informazioni tratte qui e la dal web. Le leggi gli ungheresi se le fanno in ungherese, la traduzione on line non si trova quindi si rimane nel vago.
Passiamo al nocciolo della questione: "il lavoro forzato". Dico subito che chiamare lavori socialmente utili i lavori che si è obbligati a compiere per doveri, acquisiti o meno, è una buffonata. Ma non mi voglio soffermare sul lessico usato, il nocciolo della questione è che, a mio parere personale, l'obbligo di lavoro, in cambio di un sussidio o di un salario, non è una cosa né blasfema, né razzista.
C'è chi direbbe che non si può obbligare la gente a lavorare, ma se è scritto nella maggior parte delle costituzioni europee?? Non bisogna farsi ingannare dalle parole più o meno brutte; il lavoro è il motore che permette a uno stato di sopravvivere. In tempi come questi non credo che stati come l'Ungheria, non ricchi insomma, si possano permettere di pagare sussidi a destra e a manca senza ricevere nulla in cambio; il sussidio in sè è un lusso, una cosa in più che serve per non scompensare l'economia dello stato stesso, quando diventa una parte integrante del meccanismo lavorativo - vedi Grecia - i risultati sono poi tragici.
…continua
Paolo
giovedì 8 settembre 2011
Bar e Marocchini
Riporto la prima parte di un giornale online:
ALASSIO 6 SETTEMBRE - Un giovane fa ingresso in un bar: ha gli occhi neri, la pelle scura e oggi, la sua colpa è praticamente quella. Si trova di fronte un cartello che recita "Da oggi vietato l'ingresso ai marocchini".
La notizia che sta alla base di questo ormai la conoscono tutti: ad Alassio, Liguria, una giovane barista che lavora nel bar di sua madre, ha subito un tentato stupro completo di sfregio con bottiglia rotta, da parte di un marocchino, frequentatore del bar.
Per la legge dei grandi numeri purtroppo certi eventi a volte si ripetono ( lo stesso episodio si ripete spesso in tutta Italia, basta cercare su Google), la cosa che fa veramente - incazzare - è che comunque ci sono giornali, e quindi persone, che hanno coraggio di dar contro a chi subisce una tragedia del genere. Non facciamo i politicanti per un momento: la realtà è che una ragazza è stata marchiata per sempre da un personaggio, senza averne nessuna colpa. Un marchio che non viene via (ammettendo che le cicatrici riescano a toglierle).
Ma si vede che in Italia c'è chi non percepisce la realtà. Analfabeti tanto come quelli che non conoscono la nostra lingua e che non riescono a comunicare con gli altri.
A mio personale parere, vietare l'ingresso ad una persona, o a un gruppo di persone accomunati da una caratteristica personale, non rappresenta un fenomeno di razzismo se la causa è giusta, qui non parliamo di pelli colorate o di accenti strani, qui parliamo di percentuali sugli stupri, di percentuali sulle denunce per schiamazzi, di percentuali per furti o per rapine. Ma chi è analfabeta forse fa fatica anche con la matematica.
Vorrei chiedere ai titolari di quest'informazione "libera" come la chiamano loro: - Ma secondo voi come ci si deve comportare? Chiamiamo la polizia che arriva dopo mezz'ora? Oppure gentilmente chiediamo al marocchino ubriaco se può non dar fastidio? E se ci manda a quel paese diciamo grazie?
Bisogna sperare che il prossimo sfregio lo facciano sulla figlia di qualche "radical chic" o di qualche anarchico svogliato, almeno loro gradiscono.
La civiltà non è una cosa che cade dal cielo, ci vogliono millenni per capire cos'è e nonostante tutto questo tempo non tutti ancora hanno imparato.
Paolo
domenica 7 agosto 2011
FERRAGOSTO

La febbre del ferragosto, o meglio delle ferie, si propaga anche in politica.
S&P ha tagliato il rating degli Stati Uniti d'America. Berlusconi annuncia nuove e imminenti manovre per mettere a posto il salvadanaio italiano, l'opposizione fa niente di meno di quello che può fare, cioè andare sui giornali; e tante altre cose.
Intanto però, e questo è quello che i giornali non dicono perché semplicemente "non vende", l'ultimo decreto del federalismo è stato approvato, le proposte per semplificare la carcassa politica (in termini informatici semplificare equivale a: - snellire, velocizzare, migliorare, rendere più agevole, rendere più omogeneo, rendere più funzionale, solidificare ecc ecc..) sono state depositate.
Senza dilungare troppo su quelli che sono gli aspetti specifici di quello che è successo negli ultimi mesi, a mio personale parere è emersa una caratteristica, o meglio un fondamento, di uno degli argini dentro il quale il popolo italico deve stare: LA POLITICA.
Ultimamente si è parlato molto di taglio dei costi, di efficienza, di cambiamenti, eppure in pochissimi sono venuti al sodo citando direttamente quella che è l'essenza della politica la democrazia.
Alcuni "dogmi" dai quali non si può democraticamente sgarrare se non con un colpo di stato:
- Partiti e parlamento: i parlamentari vengono eletti con un elezione, in democrazia gli onorevoli sono messi a sedere nelle varie camere perché gli italiani, senza esserne costretti ma secondo la loro volontà, li hanno messi li. Ci sono mille parlamentari e le leggi vengono realizzate se il 50% più uno degli onorevoli vota a favore. Il fatto che un partito sia al governo, sia alleato o qualsiasi altra cosa non significa che chi fa parte di questo partito possa decidere per 60 milioni di italiani. Potrà dire la sua ma solo in base alla quota di persone che l'hanno sostenuto.
- Costituzione: questa è più semplice. Per cambiare il numero dei parlamentari, che è disciplinato dalla costituzione, servono i due terzi del parlamento. La Leganord - per l'Indipendenza della Padania - rappresenta quasi il 15%. Un sesto, la metà di un terzo. A dire il vero anche personaggi di altri partiti stanno guardando a questa piccola rivoluzione ma siamo ancora molto lontani dai famigerati due terzi.
- Economia: i milioncini che si risparmierebbero dai costi politici sono nulla rispetto ai soldi che servono all'Italia per galleggiare. Naturalmente dare "un tirone di cinghia" non farebbe male ma non bisogna pensare che qualche piccolo soldo sia la causa della disfatta iltalica. Semmai politiche insensate e spese folli sono la causa di questa situazione. La Lega, e i leghisti, non battono ciglio di fronte all'evenienza di un abbassamento di stipendio, stessa cosa non so se si può dire per il restante 85%.
E' inutile addossare tutte le colpe al Bunga Bunga. L'Italia ogni anno esporta una quantità biblica di beni, se l'estero arranca l'italiano no è che ci può fare molto. La squadra di governo (Tremonti, Sacconi, Calderoli, Maroni, ecc ecc) non ha niente da invidiare ai corrispettivi europei, anzi.... Eppure tutti a dar addosso al governo.
Per chi non lo capisse la situazione, le possibilità di manovra, di un governo sono riassumibili in poche righe: nel mondo esiste un gruppo di persone che comprano e vendono quote di aziende a loro piacimento (borsa), queste persone hanno, volutamente o meno, innescato un meccanismo che permette di calcolare quanto un'azienda è efficace (rating) secondo il loro punto di vista (agenzie di rating). Questa "indicazione" viene seguita da mezzo mondo - se uno investe miliardi in un'azienda mica lo farà per perderci no? - il contro di questo sistema è che la maggiorparte dei risparmiatori non è in grado di comprendere e "scomporre" il perché di una certa indicazione, semplicemente ci si fida, a volte si vince e a volte ci si lasciano anche le mutande.
- Se io avessi soldi investiti in varie aziende, e ci fosse la possibilità di abbassare o alzare il prezzo di queste aziende a mio piacimento, per vendere o comprare di più, chi mi vieta di farlo? Alzare o abbassare il rating di un'azienda permette di alzarne o abbassarne il valore in base ai movimenti che si vogliono fare.
Rapportata ad uno stato questo sistema agisce su tutte le risorse economiche di quello stato. Non importa se si è uno degli stati con il maggior livello di benessere assoluto (non relativo al soldo), che conta in queste cose è il soldo, così troviamo ottime aziende che grazie a un rating basso dello stato di appartenenza sono costrette a fare dei versi da gatti per galleggiare; al contrario paesi (uno a caso CINA), dove c'è la Schiavitù, sono considerati paesi doc dove tutto è rose, fiori, ... e mazzate.
Uno stato come l'Italia certamente non è un gioiello (al sud i bilanci sono "orali" !!??), ma giocare con il rating, per noi che esportiamo praticamente tutto, può rappresentare un mazzata enorme. Se l'Italia perde, per colpa delle speculazioni, cosa possono fare Bossi e Berlusconi? Più che salvaguardare i conti, più che cercare di raddrizzare pian piano un sistema mafioso voluto dalla Costituzione, più che chiedere alle aziende di non mollare, più che cercare di non lasciare indietro nessuno (cassa integrazione, agevolazioni, aiuti, ... ). Le riforma si possono si fare, ma la gente comune, quella che critica e vota, non si rende conto di cosa siano le riforme. Si prova a mettere un ticket di 25 Euro per ogni marocchino che si presenta al pronto soccorso con una puntura di zanzara e tutti hanno alzato gli scudi, si prova a riformare l'università che in Italia sforna solo segretarie e magazzinieri e tre deficienti (con la cravatta) salgono sui tetti per protestare, si prova a risanare la cultura, quella che fa film MAI TRASMESSI con i nostri soldi, e tutti gridano allo stato militare.
Ma visto che tutti si riempono la bocca della parola riforma.. Voi sapete cos'è una riforma??
continua...
Paolo
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