giovedì 31 marzo 2011
Leganord Soragna e tangenziale - Comunicato
di Bruno Colombi - Gazzetta di Parma
La nuova tangenziale - da strada per Busseto a località chiavica - continua ad essere oggetto di critiche e di preoccupazione da parte della popolazione locale. I tre incidenti gravi, di cui uno anche mortale, avvenuti negli ultimi mesi dimostrano che questo primo stralcio - che attraversa le tre strade Campetti, Bonatti e Cinque Vie - non presenta quei requisiti di sicurezza per gli automobilisti che con mezzi leggeri e pesanti la percorrono quotidianamente.
La segnaletica non manca, ma la pericolosità degli incroci - in particolare modo quello delle Cinque Vie - dimostra che qualcosa non ha funzionato a dovere.
Di questo malessere si è resa interprete la sezione di Soragna della Lega Nord.
"La Lega Nord Sezione di Soragna intende esprimere la propria preoccupazione in merito ai drammatici problemi di sicurezza del primo stralcio della tangenziale di Soragna. Infatti, dalla data d’inaugurazione, cinque mesi fa, sono già tre i gravi incidenti verificatisi, di cui uno mortale.
È evidente l’anomalia di questa tangenziale, che, a differenza di tutte le altre del territorio, presenta attraversamenti a raso che, pur rispettando il codice della strada, mal si adattano alle caratteristiche di traffico di un’arteria di tale importanza.
Tutti i sinistri si sono verificati con l’intersezione di Strada Cinque Vie; ci chiediamo pertanto come mai non sia stata prevista, in tale sede, una rotatoria, certamente più sicura dell’attuale attraversamento, e, se prevista, come mai non sia stata eseguita.
Chiediamo quindi alla Provincia, soggetto responsabile in fase di progettazione e di attuazione, di valutare tempestivamente quali siano le soluzioni per tale problema in modo da risolvere la situazione definitivamente, prima del verificarsi di ulteriori sinistri".
sabato 26 marzo 2011
Al consiglio col panino
Ancora una volta mi appoggio a Libero (bentornato Feltri) per fare una riflessione.
Il fatto: un gruppo di studenti, in visita ad alcuni consigli istituzionali del Veneto, raccontano di battaglie navali, barchette di carta, barzellette sporche ecc ecc..
Si potrebbe definire una cosa scandalosa, ma forse bisogna chiedersi dove sta lo scandalo e qual'è la realtà.
La realtà è che in un consiglio regionale un folto gruppo di persone è riunito per discutere e risolvere i problemi della propria regione. Interpellanze, mozioni, interrogazioni, delibere, proposte di legge ecc ecc.. sono tutti "atti" con i quali un consiglio si può esprimere, ma di fatto cosa succede nella sala di comando per eccellenza?
- Si parla uno per volta, e solo dopo il consenso del presidente.
- Si usano frasi fatte, formule già provate e adatte a qualsiasi evenienza: "Non concordo col cons. Tizio per quanto concerne la politica di affidamento del … " "Sono favorevole ad un confronto con le parti (??) … " " Noi del partito delle banane sosteniamo, ribadiamo, interroghiamo, confidiamo (??), riteniamo, auspichiamo (speriamo??) ….
- Si vota, si vota per qualsiasi cosa, anche per le dimensione delle fessure dei tombini di località Chiavica. E ogni votazione ha una prassi ben precisa, e ogni gruppo dice due parole sul perché ha votato si o no o x, e si discute sul fatto che Tizio auspicava sul voto di Caio, e si ragiona sul perché i tombini oltre ad avere fessure larghe perché sono verdi e non rosa…
Tornando al primo punto (parla uno solo), è comprensibile che una simile prassi rende un consiglio di qualsiasi tipo un evento noioso. Questo non giustifica le barchette di carta, però è comprensibile che chiunque, seduto su una sedia, mentre ascolta i suoi colleghi parlare ( IL 90% DI QUELLO CHE VIENE DETTO IN UN CONSIGLIO E' GIA' CONOSCIUTO, E' GIA' STATO COMUNICATO) per un'ora senza fiatare, magari si annoia e sbadiglia o cerca altri svaghi.
I metodi per "limare" tutto questo sistema esistono certamente, che bisogno c'è di chiudersi dentro una stanza per votare una legge che dopo un minuto verrà resa pubblica? E soprattutto che bisogno c'è di riunire venti o trenta persone quando si sa già che parleranno e risponderanno solo alcune? E' un po' da ipocriti pensare che "la forma" sia importante come la sostanza di quello che viene fatto nelle assemblee.
I ragazzi che hanno visitato i consigli ne sono rimasti delusi. Hanno ragione ma non se la devono prendere col politico di turno, è la prassi. I politici, soprattutto quelli di alcune aree politiche, vengono considerati degli aristocratici, e si sa, gli aristocratici tengono molto alle loro "forme", alle cravatte, alle belle parole, ai saluti cordiali ecc ecc… L'unica cosa che possono fare questi ragazzi è impegnarsi e provare a cambiare tutto questo, bisognerebbe però cominciare a parlare con i politici, tutti, e non come se fossero più bravi o più ladri di noi, ma come se fossero semplicemente uguali a noi, anche se questo può risultare difficile e soprattutto scomodo.
Paolo
sabato 19 marzo 2011
L'ITALIA
- UN DOVUTO RINGRAZIAMENTO A LIBERO-NEWS PER QUESTO ARTICOLO -
150° Italia, la casta dei politici ignoranti che riescono a vivere a loro insaputa....
Nichi Vendola ha votato per riaprire le vecchie scassate e insicure centrali nucleari di Trino Vercellese e Corso, ma l’ha fatto a sua insaputa. Lui, come decine di altri deputati di sinistra e di destra, non aveva nemmeno letto l’ordine del giorno sul nucleare che il 30 luglio 2004 fu votato alla Camera. Siccome il governo aveva detto di no, e il governo era guidato da Silvio Berlusconi, l’opposizione ha detto sì. Ed è diventata nuclearista a sua insaputa.
Accade spesso, ormai. Grazie al formidabile servizio de Le Iene abbiamo assistito a un altro evento unico e clamoroso. Da mesi le sorti dell’esecutivo e della legislatura erano appese alla necessità di avere comunque un governo in carica il 17 marzo 2011, perché Giorgio Napolitano così pretendeva per dare il via alle celebrazioni del 150° anno dell’unità di Italia. Per settimane maggioranza, opposizione e perfino forze sociali si sono accapigliate sulla introduzione della festività infrasettimanale, che naturalmente qualche problema ha causato alle imprese proprio in un anno in cui si sventolava la bandiera della produttività. Da giorni gran parte del parlamento, e quasi tutta la stampa, si è dedicata a linciare i distinguo leghisti, scandalizzandosi per chi il 17 marzo non desiderava festeggiare. E finalmente giovedì festa è stata. Un’overdose di festa, che ha inondato più di uno tsunami ogni città, ogni palazzo della politica, qualsiasi trasmissione televisiva, perfino l’apertura di ogni telegiornale, spazzando via appunto come un maremoto il dramma del Giappone, la crisi della Libia e ogni altra notizia. Bene, grazie alle Iene è stato evidente a tutti che il 17 marzo gran parte della classe politica italiana ha festeggiato a sua insaputa. Nel senso che non aveva la minima idea di cosa si dovesse festeggiare in quella data.
Per il presidente della Lombardia, Roberto Formigoni, il 17 marzo si sarebbe festeggiato l’inizio delle cinque giornate di Milano (che per altro iniziarono il 18 marzo, ma del 1848, quindi 163 anni fa). Per il vicepresidente della Camera dei deputati, Rosy Bindi, il 17 marzo è stato scelto perché è la data in cui Roma divenne capitale (accadde nel 1871, e quindi sarebbero 140 anni). Per Fabio Mussi, amico del cuore di Massimo D’Alema, non c’è un motivo per cui si festeggi il 17 marzo: «non lo so… è una data…». Per Carlo Barbaro, finiano di ferro, ultranazionalista «cosa accadde il 17 marzo di 150 anni fa? Di preciso non glielo so dire… La breccia di Porta Pia non credo.. O forse sì, proprio la breccia di Porta Pia». Un intellettuale di sinistra come l’ex presidente delle Acli, Luigi Bobba, è sembrato sgomento di fronte alla domanda:«Il 17 marzo? Non me lo ricordo. Il primo re di Italia? Sì, Umberto I». Da gran democristiano prova a cavarsela l’ex deputato dell’Udc, Vincenzo Alaimo: «Il 17 marzo? Non lo ricordo, però per averlo scelto vuole dire che è successo qualcosa di importante». L’intervistatrice prova a confonderlo con la risposta che in tanti danno: «La Breccia di Porta Pia? Ma quella è stata nel Novecento… L’anno preciso? Dunque nel ’46 c’è stata la Liberazione… forse nel ’45, nel ’44…».
Naufragio totale. Risponde da perfetto peone Franco Cardiello, Pdl: «Il 17 marzo? Non è successo nulla. Evidentemente quella della data è una scelta condivisa». Come dire: a noi peones le decisioni passano sempre sulla testa. Si vede che la sinistra voleva festeggiare il 19, la destra voleva festeggiare il 15 e alla fine hanno condiviso la scelta del 17. Non solo fine storico, ma anche gran matematico Vincenzo D’Anna, deputato che è andato a infoltire le fila dei Reponsabili: «Si festeggia l’Unità di Italia, che è stata realizzata nel 1860, quando è stata liberata Roma con l’impresa di Porta Pia. Come? Sono passati 151 anni dal 1860? No, perché il 1860 non si conta. Si inizia a contare dall’anno successivo». Nel suo gruppo parlamentare neonato deve esserci confusione. Perché anche il collega “responsabile” Vincenzo Taddei sostiene che sono passati 150 anni da quel 17 marzo 1860 in cui si fece l’unità. E chi la fece? «Vittorio Emanuele III».
L’elenco di castronerie potrebbe continuare a lungo, e in più di un deputato si arricchisce della certezza su Garibaldi: «fu soprannominato eroe dei due mondi perché fu eroe per il Regno delle due Sicilie e per il resto di Italia». Il servizio integrale è disponibile sul sito internet dNiudiare la storia politica del suo paese è il minimo che si dovrebbe chiedere: non hanno molto altro da conoscere. Ma che nessuno si sia chiesto perché darsi botte da orbi fra pro e contro quella festa del 17 marzo, è davvero lo specchio più genuino di cosa sia oggi la classe politica italiana. Senza bisogno di prendere fra le mani un libro di storia, il perché di quella festa è scritto nel decreto legge del governo che la istituisce. Testo che viene esaminato in commissione, perfino emendato, votato dall’aula dei due rami del Parlamento senza che nessuno naturalmente si sia curato di leggerne una riga. Così come sul nucleare tutti ancora una volta votano e voteranno a loro insaputa. Ormai è diventato questo lo slogan della attività politica. E si comprende perché dopo essere stato lapidato per avere ammesso che qualcuno gli pagò la casa a Roma a sua insaputa il povero Claudio Scajola ora pretenda una rapida riabilitazione. Ne ha pieno diritto, in fondo è solo uno dei tanti eletti insaputelli…
di Franco Bechis
giovedì 17 marzo 2011
UNITA'
Oggi si festeggia il 150° dell'unità d'Italia.
MA QUAL'E' IL MOTIVO DELLA FESTA?
E' da qui che partiamo per esaminare il significato della giornata di oggi.
Tralasciamo per un attimo le feste di ieri sera, le manifestazioni pacchiane di oggi e tutti quei discorsi pieni di volatilità che sicuramente verrano fatti. Tralasciamo per un attimo anche le differenze di cultura comunque vastissime e che sicuramente incidono nel modo di fare "stato".
Guardiamo invece perché queste celebrazioni sono considerate degne di una festa. Si da per scontato che l'unione delle due Italie sia stata una cosa indubbiamente giusta, come se l'evento abbia scaturito una sorta di effetto generalmente positivo e utile a chiunque faccia parte della nuova nazione.
Ma cosa vuol dire veramente "unire un paese"?
Unire significa prendere più di un oggetto e metterlo insieme ad altri per formare qualcosa di unico.
Nel nostro caso, l'unione ha come scopo principale quello di creare un'unica nazione, all'interno della quale tutti gli abitanti hanno uguali diritti ed uguali poteri, uguali limitazioni e uguali possibilità.
Ed ecco quello che dovrebbe essere il risultato finale: UNA NAZIONE DOVE BENESSERE, ECONOMIA E DIRITTI SOCIALI SONO UGUALI IN QUALSIASI PUNTO CI SI TROVA.
Arriviamo ai festeggiamenti, si presuppone che questa unione sia andata a buon fine (altrimenti perché fare festa), si presuppone quindi che da Bolzano a Agrigento ogni persona abbia lo stesso trattamento e lo stesso rispetto verso la nazione che lo ospita.
La diatriba nasce proprio da questo presupposto. Nessuno nega che l'Italia sia unita, quello che si mette in discussione è se effettivamente tutti i cittadini sono "cittadini" allo stesso modo.
E qui arriviamo alla fatidica domanda. Siamo tutti Italiani allo stesso modo? L'unione di più territori in unica nazione è andata a buon fine?
Sarebbe giusto che ogni persona facesse una piccola indagine fuori e dentro il proprio orticello, con lo scopo di dare una risposta sincera alla domanda - MI SENTO ITALIANO COME TUTTI GLI ALTRI?
Paolo
sabato 12 marzo 2011
SBANCAEUROPA
Ringrazio Maurizio Terenziani per questo documento (arrivato via e-mail)
NON ESISTE L’EUROPA ESISTE BANCAEUROPA
L’Europa....... è una banca e le banche negli ultimi anni le abbiamo conosciute bene. Amicizie, sprechi, ingiustizie, tutto torna. Non si spendono i fondi Europei, è un bene o è un male? Quando si spende, si deve avere un ritorno o l’importante è spendere
Da REPORT RAI tre:
“il saldo netto dell’Italia è di 46 miliardi, ne versiamo 70 e l’Europa ce ne ridà 116 che vanno investiti in agricol- tura , ricerca e sviluppo”.
Com’è il meccanismo del saldo netto?
“ Il meccanismo del saldo netto è che si fanno delle regole sulla politica agricola, in base a queste regole tutti gli agricoltori che hanno dei beni mucche, piante di olivo hanno diritto ad avere contributi. Si contano le mucche e le piante di olivo e lo Stato a diritto a contributi europei. Questo è indipendente dal reddito del paese, nè pro capite, nè generale. Con questo sistema la Francia che è ricca in agricoltura riceve di più, dicia- mo che ha più capitale e ha più credito. (l’esempio delle mucche va visto come beni che lo stato può dare in pegno). La Grecia è fallita e vende due isole per essere andata in bAnCA EuROPA in maniera incontrollata , anzi non sapevano chi ci andasse.
I fondi strutturali sono l’altro grande capitolo di spesa Europeo.
Dovrebbero andare agli stati meno sviluppati per portarli a livello degli altri ma come si spendono? Il 2,5 % viene investito in progetti per aumentare l’efficienza energetica e fonti rinnovabili.
Molti fondi vengono spesi per progetti inutili:
1 milione e 200 mila euro per formare aspiranti vallette televisive a napoli
72 milioni di euro spesi per campagne antifumo ma contemporaneamente 293 milioni sono sta- ti spesi per sussidi ai coltivatori di tabacco.
100.000 euro per lo sviluppo del tango Finlandese 54.000 euro per un hostess bar in Spagna.
La regione del Lunenburg in Germania ha ricevuto 500 milioni. È una delle regioni più ricche d’Europa
L’unione Europea ha sussidiato un progetto per promuovere le patate Greche in Svezia. Allo stesso tempo i produttori Svedesi ricevevano fondi per promuovere le loro patate in Euro- pa, compresa la Grecia.
Ce n’è per tutti.
- “BANCAEUROPA” da 1 milione e 200 mila euro per formare aspi- ranti vallette televisive a Napoli -
Chi li restituisce questi soldi? È importante anticipare che chi ha firmato questa spesa inutile la restituisca. Qualunque apparato statale abbia avallato questo sperpero ne risponda. E questo anche senza federalismo fiscale. BANCAEUROPA ha elargito denaro in maniera avventata è giusto che diventi un credito inesigibile. O dobbiamo accollarci tutte le porcate che vengono in mente a ladri in camicia bianca e quando non avremo più un euro in tasca vendiamo le nostre case o un’isola come è stato chiesto alla Grecia?
Credito avventato, cara “BANCAEUROPA”, il credito inesigibile te lo bevi tu in attesa del federalismo fiscale, che ha difesa delle persone corrette se lo berranno le regioni che lo hanno fatto.
- Il credito di “BANCAEUROPA” ai nostri agricoltori -
Qualsiasi credito fatto ai nostri agricoltori è un cappio al collo inesorabile.
Con l’ingresso dell’Ungheria il latte costerà 20 centesimi contro i 36 cent del nostro latte. Chi ha un debito fallirà e a questo punto il credito concesso si rivarrà sulle mucche e sugli Olivi del povero agricoltore? Chi ne diventa proprietario “BANCAEUROPA” o la banca locale che da il culo a BANCAEUROPA?
- “BANCAEUROPA” -
Il Caso delle patate greche e del tabacco. L’unione Europea ha sussidiato un progetto per promuovere le patate Greche in Svezia. Allo stesso tempo i
produttori Svedesi ricevevano fondi per promuovere le loro patate in Europa compresa la Grecia.
72 milioni di Euro spesi per campagne antifumo ma contemporaneamente 293 milioni sono stati spesi per sussidi ai coltivatori di tabacco.
Pura follia, gli psichiatri dovrebbero intervenire dichiarare inabili a qualsiasi attività economico governativa tutti i firmatari di questi interventi.
E se analizzassimo l’operato di questi signori, ce ne sarebbero tante che di sensato non hanno niente. L’unica cosa che darebbe un senso a queste iniziative è lo stipendio e il posto che questi signori occupano e dei van- taggi sottobanco che ricevono: 170 000 persone lavorano per le istituzioni Europee
Possono guadagnare sino ha 17000 euro al mese. I figli di alcuni funzionari sono andati a passare la settimana bianca col contributo di 53.000 euro. Spesa classi- ficata sotto la voce “interventi sociali”. A questo punto è chiaro che fanno le “moine”, -Chi è sotto al ponte vada sopra al ponte, chi è sopra al ponte vada sotto- al ponte, facciamo vedere che lavoriamo tanto? ma a chi interessa che ciò avvenga? Il quesito è: L’Europa ha agito con un progetto a grandi vedute o ha fatto “MOINE”. La cosa è preoccupante solo per il fatto che ciò sia stato permesso dagli stati membri in quanto i soldi sperperati diventano debito per lo stato che li ha ricevuti. E questo è allarmante. BANCAEUROPA diventerà proprietaria di tutto?
Se io vado al mercato con la mia mucca, il prezzo al kilo lo faccio io o lo fa il macellaio che deve comprare la carne?
Si puo pensare che valore delle mie cose lo decido in base ai costi che ho sostenuto , ai costi del territorio per energia tasse e spese di produzione, la cosa sembra stupida ma non è così, il prezzo dei prodotti agricoli lo fa chi compra , poi se muori di fame di daranno un sussidio.
Perchè non facciamo cosi anche al supermercato? O quando compriamo un auto. Il prezzo lo facciamo noi poi gli diamo un sussidio***** e gli diciamo che sono degli straccioni.
E qui lo scontro sociale entra nel vivo, il contadino ma anche il piccolo imprenditore e l’artigiano non potranno mai aver un reddito garantito, mentre chi vive sulle loro spalle si può permettere di sperperare quanto vuole, per ripianare i debiti, pagherà meno i prodotti che acquista e se avrà il potere di tassare
*********ma il sussidio è un prestito che restituirà lo stato italiano a bAnCAEuROPA!!!!!
TUTTI finaziamenti Europei li dobbiamo restituire, la banca è così se no non funziona niente, l’importante è fare credere alla gente che guarda la tv che i soldi piovano dal cielo, ma questo non è mai successo da nessuna o parte del mondo.*
Per concludere:
le isole greche che devono essere vendute per onorare il debito a chi vanno in proprietà?
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